un sogno interrotto sul più bello 

da anisa lekaj
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Leggendo la trama, avevo un po’ intuito come si sarebbe svolta la vicenda. La scelta del libro non è stata del tutto casuale, visto che a scuola abbiamo studiato il periodo del fascismo. La storia parla del rapporto tra nonno e nipote, anche se non può essere definito tale. Quando Igiaba incontra in sogno il nonno Omar, ho avuto la pelle d’oca, non so perché. Non è la prima volta che leggevo un libro che tratta questi temi. Ho apprezzato il continuo passaggio tra passato e presente, così da permettermi di avere una visione più ampia, e comprendere le scelte compiute dal nonno Omar. Inizialmente, i sogni in cui appariva il nonno erano poco frequenti, ma appena la storia comincia ad infittirsi, i sogni cominciarono ad essere maggiori. Lo considero proprio una specie di climax, così ha dato al lettore quella spinta per divorare il libro.
Ovviamente, il personaggio che ho stimato di più è il nonno Omar, che ha raccontato la storia del suo caro paese, che è stato colonizzato dall’Italia all’inizio del Novecento… tutto ciò attraverso gli occhi di un ragazzino.

La storia più bella raccontata dal nonno è la sua visione del fascismo. Leggendo, ho notato come esaltavano gli aspetti negativi del periodo fascista, su come riuscivano ad ingannare per arrivare ai propri fini. Nonno Omar è stato molto forte nel rigettare tale ingiustizia.
Anche questo finale è aperto, ma a differenza di “la pietra oscura” qui l’ho apprezzato perché l’autrice è riuscita a creare quella sensazione di sogno, una cosa che svanisce, almeno così è stato per me.
Il linguaggio è molto semplice, visto che la storia del Nonno Omar è visto dal suo punto di vista di quando aveva 11 anni, tuttavia certi punti sono un po’ lenti, ma non inutili.

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