“Eccolo qui il ragazzo, mentre affoga” è la frase che apre il libro e già suscita un po’ d’ansia. Tra paura, “nervosismo”, ricordi, freddo e svariate esclamazioni come: “E ora!?”
Il ragazzo si risveglia in un luogo… già visto ma deserto, abitato solo da polvere e memorie, che ritraevano lui e la sua famiglia.
Ricorrere a pensieri come le luci natalizie e il Bambin Gesù di casa Fletcher, ricordare i litigi con la madre, e il proprio nome è una sfida… Per questo la porta sulla copertina è un invito per un romanzo accattivante.
Recensione “Molto più di questo” di Patrick Ness
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