Recensione roots radici
“Roots. Radici” di Bruna Martini, pubblicato da Beccogiallo, è un’avvincente e commovente storia investigativa che trascende il genere del giallo. Pur iniziando con un’apparente traccia investigativa, questo romanzo grafico si concentra su una storia familiare che si espande in un racconto universale. Bruna Martini si immerge in una ricerca guidata non solo dalla curiosità, ma anche dall’impulso di scoprire la propria eredità.
Gracco Cornelio Rondalli è inizialmente solo un nome su un testamento dimenticato, ma diventa il punto di partenza per un viaggio che porta l’autrice dall’Italia all’Argentina, tra presente e passato. Attraverso ricerche negli archivi, consulenze di esperti di genealogia e l’utilizzo di internet, Martini ricostruisce la storia di questo antenato partito nel 1915 alla ricerca di fortuna.
Le esperienze dei migranti sulle navi sovraffollate e le difficoltà incontrate durante il viaggio diventano riflesso del presente. Martini riflette sul senso di appartenenza e di estraneità, sia nel proprio paese d’origine che in quello scelto. La storia di Gracco diventa quindi un’occasione per indagare sulle esperienze dell’emigrazione e dello sradicamento, che hanno il potere di reinventare l’individuo e di aprire nuove prospettive.
La forza di “Roots. Radici” risiede nell’autenticità della storia raccontata, che si rivela tanto coinvolgente per gli adulti quanto educativa per i bambini. I disegni, incantevoli e significativi, arricchiscono il testo e facilitano la comprensione della narrazione.
Consigliato a chiunque sia in cerca di una storia sincera capace di toccare il cuore e di stimolare riflessioni profonde. “Roots. Radici” offre una favola con un lieto fine, che invita a esplorare il concetto di identità e a mettere in discussione le proprie certezze.
Il mio voto 4 stelle su 5