Libernauta

PRESENTAZIONE Libernauta, vent’anni da avanguardia Matteo Biagi insegnante C ollaboro a Libernauta da cinque anni: posso quindi parlarne con la libertà intellettuale di chi non ha avuto ruolo nella sua ideazione e lo ha visto crescere e diventare adolescente dall’esterno. E mentre muovevo i miei primi passi nel mondo dell’educazione alla lettura, avevo davanti agli occhi le bibliografie, le recensioni, gli incontri delle prime quindici edizioni, come l’esempio concreto che sì, era possibile portare una ventata di novità nella tradizionale didattica della lettura a scuola. Diciamocelo chiaramente: in un paese come il nostro, in cui secondo l’ISTAT sei persone su dieci non leggono neppure un libro l’anno, se non costrette, la scuola ha il dovere di mettersi in discussione. Certo, sappiamo bene che le agenzie formative sono molte e non tutto dipende dagli insegnanti, tuttavia la scuola rimane il fulcro dell’azione educativa, soprattutto nei confronti dei lettori deboli, che non ricevono supporto in famiglia. E se è doveroso registrare che nell’ultimo lustro si stanno diffondendo pratiche innovative di educazione alla lettura, è anche importante osservare come molti dei punti cardine di queste esperienze, ispirate al mondo anglosassone, quello di Aidan Chambers o del Reading workshop americano, erano già stati individuati con chiarezza dai creatori di Libernauta venti anni fa. Di seguito elenco una serie di punti per chiarire meglio che cosa intendo: 29

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