Libernauta

sostanzialmente di dimostrare di aver letto un libro o di aderire a una lettura critica calata dall’alto. No, si può scrivere liberamente che un libro è piaciuto da morire o che lo si è odiato visceralmente, si può raccontare un episodio simile che abbiamo vissuto, e questo senza doversi domandare se sia corretto o meno, perché se quella è l’esperienza di lettura del singolo lettore, andrà sempre bene. Dare la possibilità di scelta tra storie nuove, diverse tra di loro e vicine all’universo di chi legge, offrire ai lettori una possibilità di esprimersi libera e diretta: pilastri dell’educazione alla lettura che Libernauta ha fatto suoi da subito, creando un habitat favorevole al lettore. Come declinare al futuro questa posizione di avanguardia, come continuare a essere un faro nell’educazione alla lettura anche dopo venti anni? Continuando a promuovere scelte coraggiose e a sfatare tutti i falsi miti che talvolta frenano l’azione della scuola. Penso ad esempio al fatto che gli organizzatori di Libernauta potrebbero lavorare con gli insegnanti affinché i libri della quindicina, o almeno alcuni di essi, vengano letti ad alta voce. Troppo spesso, infatti, compiamo l’errore di associare la lettura ad alta voce all’infanzia, pensando che, una volta che hanno imparato a leggere autonomamente, i ragazzi non abbiano più bisogno o non provino più gratificazione con un’attività di questo genere. In realtà chi ha sperimentato una didattica della lettura di tipo laboratoriale sa bene che nessuna proposta ha il potere di trasformare la classe in una comunità di lettori come la lettura ad alta voce. L’ascolto di una storia ad alta voce, anche in adolescenza, è una piacevole esperienza di gruppo che aiuta gli studenti a imparare ad ascoltare e a consolidare l’immaginazione. Per l’insegnante, poi, leggere ad alta voce a tutta la classe consente di accrescere in modo significativo le competenze di lettura e di comprensione dei propri alunni: soffermandosi su alcuni brani particolarmente rilevanti, il docente può mostrare agli studenti come pensa il cervello di un lettore esperto, attraverso quella strategia che gli americani chiamano PRESENTAZIONE 31

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