Libernauta

vinci sempre!”. E quindi con la certezza che leggere non sarebbe stato soltanto per diletto, me ne tornai a casa e da quel momento ogni sera la dedicai alla lettura di libri in concorso. Lessi solo alcuni fra i quindici titoli disponibili non trovando niente che mi emozionasse o che mi colpisse. Ero in una fase to- talmente fantasy “cappa e spada” e non capivo del tutto come po- tesse avere senso leggere qualcosa che non fossero avventure di stregoni e massacri di barbari da parte di draghi giganti; figuriamoci scrivere di roba noiosa come la realtà! La scelta di titoli, tra i quali spiccava un popolarissimo romanzo di amori adolescenziali il cui titolo era spesso ridotto ad acronimo, nascondeva delle perle che apprezzai solo in seguito, a concorso finito, e capii che forse avevo avuto sfortuna nel trovare in biblioteca solo i libri che non mi erano piaciuti fra quelli disponibili al prestito. Nelle recensioni mi limitai a esternare piuttosto timidamente i miei pensieri mantenendo un approccio scolastico: volevo fare bella figura, era un concorso serio! E pace se non avevo beccato storie di goblin mutanti cacciati da eroi della luce che cavalcano grifoni corazzati nelle enormi profondità sotterranee di un mondo sconvolto dal caos. Tornando a noi... La premiazione avvenne in Palazzo Vecchio all’inizio del- l’estate. C’erano tantissimi ragazzi che come me avevano ricevuto la lettera che li invitava a presentarsi per ritirare il premio a cui avevano diritto. Insomma alla fine vinsi questo desideratissimo buono acquisto che spesi da Ricordi in centro, dietro piazza della Repubblica (al suo posto adesso sorge un tanto elegante quanto spiritualmente vuoto Store Nespresso, decisamente più adatto all’Autogrill che è diventato il centro di Firenze), e mi comprai il tanto agognato De- adwing che mi accompagnò nell’estate 2005, di cui ho ricordi in- dissolubili. LIBERNAUTA 2000 > 2020 46

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