Libernauta

INTERVENTI 51 Di pesci rossi, coccodrilli e letture Simona Baldanzi scrittrice Q uel giorno mio fratello camminava tenendo stretto in pugno la bustina trasparente con l’acqua e il pesciolino che oscillava ad ogni passo, fiero per aver ottenuto ciò che voleva. La vicina lo fermò, Gianni ti hanno comprato il pesce rosso alla fiera? Lui si girò indispettito e le rispose, non è rosso, è arancione. Un po’ più indietro nel vialetto fra i nostri palazzi c’ero anch’io con mia mamma. Rimasi ferma a guardare il pesce e poi la faccia della vicina. Questo moccioso ha ragione, pensai. Però ero già troppo devota alle parole e effettivamente si diceva pesce rosso. Ci si intende tutti col pesce rosso e nella testa lo immaginiamo arancione. Chi lo chiama pesce arancione? Sarebbe più attinente al vero, ma non suona bene, siamo abituati a un altro rumore. In realtà quelle domande erano collassate, c’era stato solo un corto circuito e poi non avevo indagato. Sono arancioni, ma si chiamano rossi, fine della storia. Pochi giorni fa in un romanzo che stavo leggendo ho ritrovato il continuo di quella storia interrotta. Fra le pagine che parlavano di altro, è arrivato un dubbio sui capelli rossi del personaggio principale. Improvvisamente qualcuno si poneva le mie stesse do- mande e dava pure una risposta. Leggevo di pesci rossi, di capelli rossi e del fatto che non si chiamano arancioni, perché quel colore semplicemente non aveva un nome e quindi non esisteva, era solo un tono di rosso, non aveva la sua connotazione distinta e derivata dalla corrispondenza con le arance, che molto probabilmente non

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