i giovani sono i primi a essere rovinati dalla guerra

da Caterina Graffia
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Il libro è estremamente adatto per introdurre i ragazzi alla cattiveria della guerra. Ho sempre pensato che molti scontri (come la seconda guerra mondiale) siano osservati con i paraocchi.  Infatti “Ribelli, Resistenza, Rock’n’Roll” ha sostenuto la mia tesi: per quanto i cattivi siano cattivi alcuni di loro rimangono persone. Ho trovato la rappresentazione di Cosetta e Astolfo corretta, senza creare degli eroi pallidi e irreali, mostrando delle vere e proprie persone, con un viaggio che li cambia e li modifica, senza esagerare e mostrando una vera giovinezza: travagliata, eccitante e unica.

Il libro mostra i lati cattivi di tutti i gruppi raccontati. La cattiveria dei nazisti, i fascisti come pupazzi dei tedeschi e i partigiani come gli inattendibili eroi.

Ho adorato la riflessione di Astolfo nella quale lui  rende conto che la guerra gli ha insegnato a non fidarsi più di nessuno e di aver perso il senso di comunità.

In generale ciò che il libro dimostra è che non è mai esistito un “buono” o “cattivo”, perché come dimostra la storia anche i partigiani giustiziavano ragazzi e ragazze innocenti. Ma ciò che li differiva dai nazi-fascisti, è il loro ideale che presentano i partigiani il quale è corretto.

Trovo che la maggior parte di film, libri, serie tv tendono a ripiegare sul tema della guerra per creare storie accattivanti, soprattutto mi sono ritrovata sommersa di libri riguardanti la guerra. Nonostante l’argomento di questo libro sia stato riproposto molte volte l’ho trovato diverso, andando a demonizzare argomenti diversi e raccontare storie reali senza eroismi esagerati.

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