Il mio pensiero su “Un attimo perfetto”

da ginevra labanca
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È forse questo il potere di un libro? Sembrare qualcosa e dimostrarsi completamente l’opposto?

Questa è stata la prima cosa a cui ho pensato non appena ho finito di leggere l’ultima pagina di questo libro. Un attimo perfetto. Dal titolo, infatti, mi aspettavo di trovarci dentro una storia molto lineare e comune in cui un momento, o una scena, spiccavano tra gli altri e costringevano i lettori a rimanere attaccati alle pagine per quelle poche righe, costituendo così l’attimo perfetto. Effettivamente però la storia ad una rapida prima occhiata appare molto semplice e comune: una famiglia numerosa che trascorre da sempre le estati nella sua casa al mare; ma non c’è un vero e proprio singolo momento in cui la tensione nei petti dei lettori si accumula fino a raggiungere il picco, bensì un susseguirsi di, specialmente nell’ultima parte, eventi un po’ confusi ma sorprendenti che ti spronano a continuare a leggerlo senza fermarti mai. Questo libro mi è piaciuto, non c’è che dire: è un libro che riesce ad essere allo stesso tempo comune e particolare, ma la cosa che mi ha colpito di più tra tutte è stata la scelta della scrittrice di non menzionare il nome della protagonista neanche una volta. So che può essere una cosa banale, ma se dapprima questa sua scelta mi ha lasciato un po’ confusa, poi con il proseguire delle pagine sono riuscita ad apprezzarla a pieno perché ho compreso che, forse, in questo modo l’autrice vuole farci capire che alla fine i nomi sono soltanto punti di riferimento attraverso i quali possiamo individuare i personaggi nei libri e riconoscere le persone nella realtà, ma che essi non definiscono minimamente né noi, né la nostra personalità. E questo è un altro aspetto del libro che mi è piaciuto particolarmente: le diverse personalità dei personaggi, così diverse, complesse ed imprevedibili in certi casi. Non so se posso definire questo libro “imprevedibile” perché forse è un po’ esagerato, ma so per certo che in diverse occasioni mi è capitato di chiuderlo di scatto, alzare gli occhi, e domandarmi: “ma ho letto bene o mi sono sbagliata?” per poi riaprirlo, rileggere la frase e realizzare che sì, è appena avvenuto un colpo di scena pazzesco ma che per la scrittrice sembra quasi scontato e prevedibile da come lo ha scritto. O almeno questo è quello a cui ho pensato io.                                     

Quindi, e con questo concludo, è stato un piacere leggere questo libro e consiglio di fare lo stesso a tutti coloro che hanno voglia di passare un po’ di tempo immergendosi tra queste pagine, per esplorare i pensieri di una ragazzina che racconta di come quella che doveva essere un’estate normale e simile alle altre, abbia in un certo senso cambiato la sua vita e quella della sua famiglia; perché penso che possa essere apprezzato davvero.

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