Trama:
Siamo nel 1939 e Londra decide di far evacuare i ragazzi all’alba della guerra facendoli andare nelle campagne. Inizia così la storia di Willie Beech che si ritrova a casa del signor Tom Oakley: vedovo che si è rinchiuso in se stesso e che si ritroverà a prendersi cura di questo ragazzino di nove anni, denutrito, pieno di lividi, che ha paura di tutto e non per ultimo che bagna il letto. Ma sarà quest’esperienza una medicina per entrambi: il signor Tom si apre anche alla comunità e Willie acquista una serenità finora negatagli dalla madre che gli aveva instillato paure su qualsiasi cosa. Dopo diversi mesi la madre di Willie lo rivuole casa, accampando la scusa della salute precaria, e per Willie è come ripiombare in un incubo. Tom allarmato dall’assenza di notizie lo cerca e troverà una situazione disperata: che lo farà decidere di rapire il ragazzo, altrimenti destinato ad andare in istituto, e lo riporta al suo villaggio dove con l’aiuto e l’amore della comunità e gli amici, Willie, riacquista la serenità.
Recensione:
In un saliscendi di emozioni questo romanzo di porta a vivere insieme a Willie le avventure fatte con gli amici, il desiderio di riscatto a una normalità e una serenità che la madre, malata con disturbi mentali, gli ha negato. Questo romanzo mi è piaciuto per i buoni sentimenti che propone. La normalità non è banalità, e i sentimenti sono alla base del crescere bene insieme con chi ti ama, che non necessariamente sono i genitori ma chi ti sta vicino, chi non ti lascia a te stesso, chi capisce i tuoi limiti e li rispetta, lasciandoti il tempo per digerire situazioni per te complicate.
Mi è piaciuto il ritmo incalzante col quale ti fa vivere le emozioni provate dal protagonista a cui è difficile non affezionarsi e provare tenerezza per le prove dure che un bambino di nove ha dovuto affrontare.