Sfuggire al proprio destino non è mai facile, specialmente se è già stato deciso da altri al posto tuo. All’inizio, perfino rendersene conto è una sfida: in fondo, è facile vivere la propria vita quando è pilotata da altri. Tuttavia, a lungo andare, si percepisce la mancanza di qualcosa. Forse è una carenza di colpi di scena: d’altronde, come possono esserci scossoni in una vita in cui non si compiono scelte? Certo, è facile vivere così, ma ben presto si realizza anche quanto sia triste. Allora, determinati a cambiare le cose per sempre, ci si rivolge alle persone che ci controllano, provando a contrattare una maggiore indipendenza. Sono discussioni dure, entrambe le parti non cedono terreno, è come combattere una lunga guerra di logoramento. E infatti, ben presto a logorarsi sono i rapporti tra chi cerca di opporsi a un destino già scritto e chi vuole imporre un futuro ideale, o meglio, idealizzato.
La strada che i genitori vogliono far percorrere ai propri figli appare perfetta soltanto perché è quella che loro non hanno potuto intraprendere, o perché loro l’hanno già percorsa e desiderano rivedere se stessi ancora una volta, per essere certi di aver lasciato un impatto duraturo, che si protenda nelle generazioni, che non muoia con loro, ma che anzi li renda degni di essere ricordati. In ogni caso, questo percorso prestabilito non appare così perfetto ai figli, che arrivano ad essere stufi dei genitori e delle loro prevaricazioni.
È in questo momento che molti, seppur lentamente, si rassegnerebbero al proprio destino e a vivere una vita che non gli appartiene. Ma non Lorenzo. Lui non è come “molti”. Al contrario, fa parte della schiera elitaria di quei “pochi” che trovano il coraggio di reagire, compiendo un gesto sconsiderato ma necessario, estremo ma inevitabile; un gesto che lo porterà, finalmente, ad avere il lusso di poter compiere scelte, di poter scrivere il proprio destino. Certo, inizialmente può essere arduo doversi scontrare brutalmente con la realtà, ma ad un improvviso scossone segue sempre l’assestamento.
Tra la variegata umanità della riviera romagnola, è possibile trovare emozioni, occasioni, l’amore, perfino un proprio ruolo nella società. Ma un così drastico cambiamento richiede una nuova pelle, un nuovo “io” in cui incarnarsi. Lorenzo lo trova in Cris, il suo alter ego che ha, nonostante tutto, trovato la libertà; era sicuramente nascosto nel profondo del suo animo, ma scavando dentro di sé lo ha fatto uscire, marcando così l’inizio della sua nuova vita. È una sensazione galvanizzante, uscire da se stessi, è l’esperienza più simile alla metamorfosi che l’uomo possa vivere.