Recensione – BARRIERA
Scritto da: Arthur Marangoni
“Sono sempre stato un sognatore, è questo che mi mantiene vivo.
Quando ero piccolo, mio sogno era diventare
calciatore professionista, guarda un po’!
Ma il sistema limita la nostra vita in tal maniera,
e ho dovuto fare la mia scelta, sognare o soppravvivere.
Gli anni si passarono e ho seguito scapando dal ciclo vizioso,
però il capitalismo mi ha obbligato ad essere ben riuscito,
penso che il sogno di tutti i poveri sia essere ricco. In cerca del mio
sogno di consumo, mi sono trovato una soluzione
facile e veloce per i miei problemi, il crimine,
ma sono dei soldi maledetti…”
-Racionais MC’s
BARRIERA è un thriller scritto dagli italiani Manlio Castagna (scrittore e regista) e Marco
Magnone (solo scrittore), che da qualche anno si dedica a scrivere storie per ragazzi. Il
libro, pubblicato nel 2023 da “Edizioni Piemme”, racconta la storia della coppia di fratelli
Malik e Yasin, due fratelli che devono lottare, tutti e due a modo suo. Il più piccolo,
Yasin, deve trovare il suo posto nel mondo, mentre quello più grande, Malik, deve
guadagnarselo a calci e pugni. Ma direi una fesseria se dicessi che la storia è solo loro:
Questo libro è la storia di Barriera di Milano, il quartiere di Torino, e di tutti quelli che ci
abitano.
Andando dritto al punto, mi è piaciuto tantissimo. Il libro ha quello che, secondo me,
sono gli aspetti fondamentali per un libro buono (o eventualmente eccezionale) di
narrativa: Una trama interessante (anche molto cinematografica, molto probabilmente
per conto della mano di Castagna nella storia) personaggi non interessanti, di più, e
quello che per me è la cosa più importante in una storia sia essa un libro o un film: La
discussione sociale.
Uno dei punti forti dell’opera, anzi, il punto più forte di questo libro, secondo me, è uno
solo: Malik, e tutto quello che lo riguarda. Il fratello maggiore è un personaggio
complesso, non tantissimo, ma al punto giusto è l’epicentro di tutti i temi trattati dal
libro, è la “vittima del sistema” in questo senso. E’ visto come straniero per avere la pelle
più scura e il padre marrocchino, anche se “…io non sono mussulmano… e… mia madre è
più pugliese di quelli che hanno i banchi al mercato”. E’ anche un lottatore di boxe
clandestino, cosa che porta alla storia delle “scene d’azione” fighissime; Insomma, è il
sole della storia, mentre tutto il resto è lì che gli orbita intorno, non in tutto il libro dai,
però in una buona parte si. Il personaggio, devo ammettere, è super idealizzato nel
senso di essere un “Badass” in tutto quello che fa, e rischia quasi di cadere nello
stereotipo di Gangster, però il libro riesce a mostrare abbastanza insicurezze,
contradizioni e convinzioni da trasformarlo in una persona che esisterebbe nella vita
reale, quindi senza problemi su quello. Il secondo punto forte della storia è sicuramente
la trama, che non lascia mai cadere la palla in un momento che sia, anzi, tutta la storia è
un crescere di tensione e intrighi, e ogni pagina letta aumenta la voglia di vedere come
va a finire, fino a che a metà libro uno si trova totalmente emerso in essa non
riuscendo a pensare ad altro che arrivare a fine libro (almeno con me è stato così). Tra
l’altro, il libro è di una lettura estremamente leggera (non di contenuto, quello è
abbastanza grezzo, non tanto, ma abbastanza, principalmente se uno non è abituato a
questo tipo di storia), risultando in un libro perfetto da leggere velocemente nelle ore
vaghe. Non so di chi sia il merito di aver reso la struttura trama così interessante, di
Castagna o di Marco Magnone (molto probabilmente di entrambi), ma chiunque sia stato,
ha fatto un ottimo lavoro. Un altro personaggio molto bello è la ragazza di Malik, Jamaad,
che a metà/fine libro, quando ha dimostrato di essere più importante per la trama di
quanto inizialmente mi aspettavo, mi ha colpito.
Però non è un libro perfetto. Forse qualcun altro riuscirebbe a trovare altre cose che non
lo hanno completamente soddisfatto, però la cosa che mi è più dispiaciuta in tutto il
libro è stato l’arco di personaggio di Yasin. Non mi approfondo tanto perché non voglio
dare spoiler, quindi mi limito a fare delle affermazioni che chi ha letto il libro capirà: Il
suo personaggio potrebbe essere un po’ più profondo per evidenziare e trattare ancora
di più alcuni temi dell’opera, e la sua conclusione di personaggio non è neanche un po’
soddisfacente, anzi, fosse un mio conoscente in vita reale mi avrebbe anche stranito un
po’ (mi riferisco alla sua relazione con Bice). Tra l’altro il suo arco di personaggio è
troppo debole per non dire che è quasi inesistente: Vedo un Yasin alla fine della storia
che è troppo simile al Yasin all’inizio di essa, peccato, visto che una storia non è altro
che un lungo e profondo cambiamento. Alla fine, anche se mi stava simpatico (cavolo, è
lui quello che dovrebbe rappresentare il focus target del libro), mi sono trovato con un
Yasin che è troppo poco, poco autonomo, poco passionale e poco sognatore, e peggio (e
li penso che sia il punto chiave del perché penso che la sua conclusione non sia
soddisfacente dentro il contesto del libro), poco cosciente della lotta di quelli che gli
stanno intorno.
Non darò delle stelline a questo libro, è contro la mia “religione”, però è un libro che
consiglio tantissimo a TUTTI, veramente. Non dare almeno una chance ad un libro così
bello e di tematica così importante non è solo uno spreco, è negligenza.